L’estate è il momento giusto per mettere da parte i manuali: via la quotidianità, è il tempo di guardare alla direzione che abbiamo preso – come persone, come professionisti, come cittadini.
La Zaninoteca – la libreria del nostro CEO – è piena zeppa di pensiero critico e storie scomode.
Abbiamo scelto 6 testi per l’estate: diversi per tono e argomento, ma con un obiettivo comune: aiutarti a leggere meglio il contesto, per scegliere meglio la direzione. Anche politica.
Così, a settembre, quando si torna ai manuali di fundraising, ti sarà più chiaro perché fai quello che fai. E da che parte stai.
La cittadinanza non è una conquista, ma una barriera. Lea Ypi smonta le retoriche su identità e integrazione, e ci ricorda che la vera frattura non è tra italiani e stranieri, ma tra chi ha accesso a diritti e chi ne è sistematicamente escluso.
Per chi lavora nel non profit, capire questi meccanismi è fondamentale. Non possiamo combattere le disuguaglianze se non sappiamo riconoscerle.
La destra populista si è appropriata della parola “libertà”, trasformandola in propaganda per lo sfruttamento.
Stiglitz ci ricorda che non c’è libertà senza giustizia sociale.
Il non profit nasce per questo: per riequilibrare. E questo richiede una cultura – sociale ed economica – solida.
Un libro obbligatorio per chi ha in mano un ente.
Più del 60% della comunicazione è non verbale.
Questo libro ti insegna a leggere il corpo dell’altro, a capire se sei sulla strada giusta o se stai perdendo il contatto. Se fai fundraising incontrando i donatori, questo libro quanto un manuale di fundraising.
Ironico, pratico e utile anche in ufficio (e anche al bar!).
Siamo in un periodo in cui il conflitto è ovunque. E il non profit non fa eccezione.
Questo libro ti insegna a rispondere senza alzare la voce, senza rompere le relazioni, senza farsi schiacciare.
È una competenza da allenare. Perché quasi sempre, per costruire qualcosa, serve prima togliere il dito dal grilletto.
Ogni due anni, pubblichiamo storie vere di chi fa fundraising ogni giorno. Non parliamo di strumenti, ma di esperienze, inciampi, scelte, carattere.
È un modo per ricordarci che dietro alle tecniche ci sono persone. E non lo raccontiamo con statistiche, ma con storie, raccontate in prima persona.
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Michela Murgia ci ricorda che il linguaggio non è mai neutro. E che anche nel nostro settore c’è chi viene messo da parte e zittito.
Basta guardare i numeri: il 75% dei fundraiser in Italia è donna, ma solo 3 su 10 hanno accesso a ruoli manageriali.
Se dici di lavorare per i diritti, ma il tuo CDA è fatto tutto di uomini, questo libro è un buon punto da cui iniziare.
Allora non ci resta che augurarti buona estate e buona lettura.
PS – Se ti va, facci sapere tu cosa stai leggendo: la Zaninoteca è sempre in cerca di nuovi titoli!