Dono, O son lesto?

Dono, O son lesto?

Articolo scritto da Luciano Zanin, CEO di Fundraiserperpassione srl SB

Sì, avete letto giusto e badate bene, che il titolo l’ho deciso io (non un anonimo titolista) e non è ironico e nemmeno sbagliato, è proprio voluto, avrei forse potuto fare un errore simile in una data così importante come il 4 Ottobre?

È un po’ di tempo che apprezzo di più le persone che parlano con pacatezza e possibilmente “a segno”, che dicono cioè cose sensate nei momenti opportuni e tra questi inserisco senza dubbio Francesco Costa, autore dei podcast di Morning (non ringrazierò mai abbastanza la persona che me lo ha fatto conoscere, per chi lo volesse ascoltare lo trovate su www.ilpost.it o nella App. Post) che riesce a fare riflettere con profondità attraverso la su rassegna stampa mattutina.

In particolare segnalo la puntata n. 329 del 28 settembre scorso nella quale viene presentata una analisi della sconfitta del PD alle scorse elezioni facendo riferimento anche ad un articolo pubblicato nel numero di Repubblica dello stesso giorno a firma Francesco Piccolo (oggi, 4 ottobre, è pure san Francesco, che sia un caso?).

Ecco, questo post potrebbe anche finire qui, e avrebbe già raggiunto il proprio scopo, perché queste poche righe di presentazione delle due fonti su citate valgono da sole la fatica (o il piacere) della lettura.

Nel podcast e nell’articolo in oggetto, vi è una lettura precisa e condivisibile di ciò che sta accadendo nel mondo della politica, che vi invito caldamente ad ascoltare e leggere rispettivamente, e poi mi farete sapere, se lo vorrete, se quella analisi non si può applicare anche al Terzo Settore Italiano, mondo verso il quale nutro incondizionato amore e infinita passione.

Certo lo so che generalizzare non fa bene, ma spesso ci si prende e comunque non credo sia possibile che solo io abbia la percezione che il “nostro mondo” sia fermo, immobile, statico.

Preciso: non dal punto di vista delle attività, per fortuna, (lo dico ma non ci credo, nel senso che non credo sia fortuna, ma precisa volontà di fare) le persone si muovono, si attivano, producono.  Sono semmai i consigli di amministrazione e i consigli direttivi, le così dette governance che sembrano accusare una gran fatica, anzi direi quasi un immobilismo dettato non già da una situazione congiunturale sicuramente non favorevole, ma da una inerzia strutturale che fa passare il tempo senza utilizzarlo, soprattutto il tempo delle decisioni.

Certo lo sappiamo, o comunque ce lo hanno insegnato e noi dovremmo averlo imparato, che le decisioni giuste, prese nel momento sbagliato non producono effetti, o comunque non quelli desiderati, perché il tempo è una variabile non solo importante, ma decisiva. Pochi lo sanno meglio di noi che quotidianamente “non abbiamo tempo” eppure, si nota un atteggiamento coraggioso, a volte spregiudicato, nel “fare le cose” , che non si ritrova per nulla, o quasi, nelle scelte che riguardano la vita delle organizzazioni e che spesso sono inerenti proprio il tema del dono.  Non mi riferisco solo al fundraising, ma anche ai donatori di tempo e a tutti quei processi che, all’interno di queste originali forme di impresa, basano la propria ragion d’essere e il risultato possibile su un unico elemento: il dono!

Vedo Organizzazioni che sentono il peso della responsabilità che fanno una gran fatica a decidere di investire, che non affrontano con entusiasmo e convinzione sfide nuove, inevitabili, ma che assumono invece atteggiamenti attendisti, che procrastinano le scelte nella speranza che le cose si sistemino, che passino, che ritorni ciò che era prima, ma questo non accadrà.

Il frame è cambiato.

I motivi? Quelli addotti, (in parte giustamente, ma solo in parte) sono la pandemia, poi la guerra, la situazione economica che si è venuta a creare, le elezioni e il nuovo governo (altri li scopriremo nei giorni a venire, perché ce ne sarà sempre uno in più, uno nuovo), ma tutto ciò non è convincente.

Le nostre Organizzazioni hanno sempre affrontato situazioni difficili, a volte anche quasi impossibili.

Non sono forse queste le ragioni stesse che dovrebbero imprimere un impeto di orgoglio (si può dire vero?), una iniezione ancor più decisa di energia? Non è forse nei momenti più difficili e faticosi che l’essere umano con le sue organizzazioni cerca e trova soluzioni diverse?  E perché non farlo anche in questo tempo? Che cosa frena e impedisce che ciò accada?

Dipende solo dalle persone, esatto, solo dalle persone!

Chi ha studiato o conosce un minimo di storia delle Organizzazioni Non Profit italiane, comunque fossero definite nei decenni e nei secoli scorsi, sa bene che le situazioni che queste hanno affrontato sono sempre state difficili.

Non solo, in questo tempo si hanno a disposizione anche molti strumenti prima impensabili, quindi si può (e si deve) cambiare approccio. E questo non solo è possibile, ma lo si può (e si deve) anche mettere in atto con leggerezza (non superficialità – cit. Sanremo), perchè con la mestizia e la tristezza, non si riescono a coinvolgere e motivare le persone.

Il non profit non è così! E il motivo è semplice, quasi banale tanto da essere geniale e sta nel suo codice genetico dove risiede un elemento distintivo: il Dono; che è certo anche fatica (ma perché fare sport non è forse altrettanto faticoso?) ma è soprattutto senso, gioia e divertimento.

Tutto nasce e si sviluppa da qui, senza questo elemento le persone non si attiverebbero, le organizzazioni non profit non esisterebbero (e se per questo nemmeno le altre, ma questo è un altro discorso) e il mondo sarebbe non solo più triste, ma più ingiusto, senza speranza, insomma un luogo dove non è desiderabile vivere.

Però ci si deve “dare una mossa”, è necessario intraprendere, rischiare, investire, fidarsi, ma soprattutto decidere di farlo e questo dipende in massima parte da coloro che nelle organizzazioni sono preposti ad assumere queste decisioni.

Il tempo lo possiamo e lo dobbiamo “battere”, il ritmo lo dobbiamo imprimere, allora sconfiggeremo un colpevole, sonnolento e rischioso (probabile) declino.

Ecco perché:  Dono E son lesto!

Photo by Jo Szczepanska on Unsplash

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